lunedì 30 ottobre 2017

Il mare in inverno

Bottone Pesciolino di I-Guana, fatto con un cucchiaino da caffé

L'ho scritto più e più volte: non sono molto brava a gestire un blog. Per scrivere dei post regolarmente, ci vuole tempo, voglia, argomenti degni di nota da raccontare agli altri ma anche, e secondo me soprattutto, un'interazione con i lettori.
Non faccio molto per incentivare questo piccolo blog, dovrei studiare e capire cosa fare per promuoverlo ma, per una serie di motivi, non lo faccio.
Sì, il motivo principale per cui non scrivo spesso post sul blog è che mi chiedo spessissimo che senso abbia scriverne dato che, se qualche lettore passa su queste mie parole, si comporta un po' come un fantasma. Passa, legge e vola via.

Questo è un blog nato per parlare di hand made sia manuale che "mentale" così oggi vi scrivo di una mia nuova creazione in cui siamo coinvolti sia io che l'Uomo delle forchette.

"Di che colore è il mare in inverno?" gli ho chiesto tempo fa.
"Di tanti colori" mi ha risposto.
"Di uno però in particolare" gli ho detto.
"Se deve essere un colore solo, allora è grigio!" ha concluso.

Quale decorazione di I-Guana finirà tra queste onde?
Grigio, come la lana che mi avevano regalato, una bella lana merino e alpaca.
Decido così di farmi un lungo golf con una decorazione ad onda, come il mare, e chiedo a I-Guana di contribuire a questa mia creazione.

Mentre io porto avanti i vari pezzi del golfone, I-Guana elabora il suo oggetto handmade.
Mi piace quando ci mettiamo a pensare insieme a un nuovo prodotto: in piedi entrambi davanti al tavolo su cui è sdraiato il primo pezzo del mio golfone, ragioniamo di cucchiai e cucchiaini. 

Ed ecco nascere così un nuovo bottone, il Bottone Pesciolino fatto con un cucchiaino un po' rotondo, uno strano cucchiaino, buffo e simpatico al tempo stesso. 
E' stato lungo realizzare questo golfone ma finalmente l'ho finito. E finalmente il pesciolino ha trovato la sua onda.
Grazie Uomo delle forchette!

Finito il golf, il Pesciolino viene piazzato al suo posto!
Era ora :-D





martedì 14 febbraio 2017

Una mano tira l'altra

Oggi scrivo un post differente, in cui non si racconta di un posto o di una presentazione. Questo non vuol dire che non ne stia facendo più, tornerò presto a raccontare dove sono stata in queste ultime due settimane, ma perché vorrei puntare l'attenzione sul concetto di "una mano tira l'altra" che è il principio su chi si basa di fatto la mia amicizia con l'Uomo delle forchette.

Perché questo bellissimo viaggio che ho intrapreso grazie al mio Un amore di clochard, e ovviamente ad I-Guana, mi sta permettendo di incontrare e conoscere persone speciali, persone che hanno storie interessanti da raccontare e io amo ascoltare e, perché no, un domani raccontare.


Sapete dal mio post precedente che sono stata a Milano a fine gennaio all'associazione Arcobaleno e sono stata ospitata dalla mia compagna delle elementari, Alberta.

Come pontifica chiaramente il mio blog, io sono Eletta Handmade. Quindi ho pensato che dovessi ringraziare la mia ospite con un regalo fuori dal comune, un regalo handmade. E così, taglia e cuci, taglia e cuci, qualche sera fa ho finito questa borsa e ieri, zitta zitta, gliela ho lasciata in portineria.

Una borsa fatta a mano, un regalo che mi coinvolge molto: molte ore della mia ultima settimana e, soprattutto, molti pensieri sono stati dedicati a questo oggetto quindi, di conseguenza, anche alla mia amica. Perché un regalo, almeno per come lo intendo io, non è un acquisto mordi e fuggi in centro città, neppure in uno squallido centro commerciale ma è un dono pensato, maturato e realizzato tutto in funzione del ricevente.

E quindi grazie ancora, Alberta!

Avete voglia di ricevere anche voi un regalo speciale? Aiutatemi ad organizzare una presentazione del mio romanzo dalle vostre parti ed ospitatemi a casa vostra per una notte...:-D






martedì 31 gennaio 2017

Un Risveglio Magico


Sono senza parole mentre fotografo questo paesaggio. Sembra di essere nelle campagne inglesi ...
... e invece mi trovo in Italia, in un posto di solito pieno di gente, addirittura in mezzo a una metropoli.
Sono anni che non ci passo, ormai sono sempre più staccata (e non ho ancora capito se sia un bene o un male!) dalla mia città natale, Milano.  

E se ho avuto la fortuna di trovarmi davanti a questo panorama poetico e spettrale al tempo stesso è, tanto per cambiare, opera di uno squattrinato clochard, dell'ex emarginato che mi ha cambiato la vita ... ormai lo conoscete tutti!
Ma cosa c'entra l'Uomo delle forchette con questa foto? Vi chiederete. Andiamo per gradi ...

Dunque, si chiude il primo mese del 2017, mese in cui ho cominciato a prendere contatti con varie biblioteche, librerie, Cafe letterari, associazioni e altro per condividere con la gente Un Amore di Clochard. Amici e conoscenti mi stanno mandando tanti nominativi e contatti un po' in tutto il nord Italia (questo non toglie che, prima o poi, andrò anche al centro e al sud...).

Così sabato 28 sono stata ospitata presso un'associazione femminile milanese che si chiama Alveare e si trova sui Navigli. La location è davvero bella: si tratta dell'ex casa di due noti personaggi televisivi che è stata successivamente trasformata in un centro culturale. Un centro creato da donne per le donne in cui ci si incontra il sabato sera per un buffet (davvero buono, complimenti!), per giocare insieme (calcio balilla, ping-pong, burraco, etc.) e si organizzano incontri culturali. 




Eccomi mentre racconto a tutte loro la mia storia presentata da Serena, con me insieme sul palco. Grazie a tutte per aver ascoltato e aver apprezzato ciò che faccio! 

Foto di Alveare Milano. 
 Siccome non è sempre facile muoversi se non si vuole avere una macchina (come faccio io da sempre!), quando devo fare qualcosa di sera fuori Como, sono costretta a chiedere "solidarietà" a qualche anima pia e questa volta la sorte è spettata ad Alberta, una mia compagna delle elementari che frequento ancora e che è una grande fan dell'Uomo delle forchette. I-Guana sta riuscendo anche a farmi incontrare di nuovo con persone che non vedo da tanti anni, e questa volta è successo con Patrizia, amica mia e di Alberta che, personalmente, non vedevo da 5 anni.


Così ho dormito a Milano, a due passi dal Parco Sempione, insieme al bellissimo gatto Blu :-D e l'indomani mattina prestissimo mi sono svegliata per correre a Como dove dovevo presentare ancora il libro in un altro posto mooolto interessante di cui vi parlerò domani.

Questo è il motivo per cui mi sono trovata alle 8 di mattina ad attraversare un Parco quasi deserto e a rimanere estasiata davanti a quelle nuvole basse in mezzo alle piante.
Milan l'è semper un gran milan! e io sono stata davvero molto onorata di aver presentato per la primissima volta, davanti a un pubblico in carne ed ossa, nella mia città natale!
Alla prossima!

Eletta (& l'Uomo delle forchette)

lunedì 30 gennaio 2017

Un nuovo prodotto Handmade

Lo so, lo ammetto, sono sempre stata molto discontinua nella gestione di questo blog. Non perché non faccia più nulla di manuale, tutt'altro, continuo a tagliare e cucire stoffe e a incrociare ferri ed uncinetti, forse perché trovavo un po' fine a se stesso mettere in mostra ciò che faccio. Non so ...

Comunque, ho deciso di riprovare a impegnarmi a gestire un blog, cambiando però qualcosa.
Vorrei trasformarlo in un diario di viaggio, di un viaggio molto particolare che ho intrapreso per puro caso, grazie a un'esperienza molto importante che ho vissuto. In qualche modo torniamo al discorso dell'handmade perché parlerò sempre di un prodotto che ho fatto e che mi sta portando in giro a conoscere tante persone diverse e tante realtà interessanti italiane (per ora :-D).
Ma questo prodotto handmade non è una borsa, neppure un vestito e neanche una sciarpa ... si tratta di un libro, un romanzo breve che ho scritto ispirandomi a una storia reale che ho vissuto.



Il romanzo si chiama UN AMORE DI CLOCHARD, ed è edito da Editoriale Lariana, una piccola casa editrice comasca. Racconta l'amicizia urbana tra un clochard e una donna "regolare" e tutto ciò che può nascere quando si eliminano le barriere che, normalmente, ci costruiamo intorno per tenere a distanza "l'altro", lo sconosciuto, quello che ci fa paura e, magari, anche un po' schifo...

Se seguite il mio blog da tempo, avrete avuto già modo di leggere il post in cui raccontavo delle forchette e quindi già sapete ;-D. Per chi invece arriva adesso, vi consiglio di dare una sbirciatina a questo post sulle posate, così potrete capire meglio. E già che ci siete andate anche a vedere la pagina FB I-Guana. Potrete mettere finalmente tutti i tasselli del puzzle al posto giusto.

Tornando al romanzo, è uscito a dicembre e ora è cominciato il mio "tour" in giro per l'Italia a raccontare e promuovere questa storia perché, oltre a voler ovviamente vendere copie del mio libro, io sono fermamente convinta che la nostra storia possa aiutare altre persone ad aprirsi verso il prossimo, a cambiare degli atteggiamenti sbagliati che ci portiamo dietro da una vita.

E siccome io considero questo "viaggio" come un grande dono che mi è arrivato, ho pensato di doverlo condividere anche con gli altri: nasce così l'idea di trasformare il mio blog in un diario in cui vi racconto dove vado e chi incontro. Sono convinta che chi mi invita a parlare di Un amore di clochard (e quindi, ovviamente, di grande emarginazione sociale), abbia una marcia in più rispetto agli altri :-D

E quindi diamo il via alle danze! 

Cominciamo con la mia visita, nientepopodimenoche a Radio Popolare, al programma "Pionieri - Inventarsi la vita" di Gianpiero Kesner che va in onda tutti giorni dalle 17 alle 18. Trovate i podcast della puntata sulla pagina del romanzo


E' stato entusiasmante tornare a Radio Popolare (in realtà ci ero stata tanti anni fa per un altro programma ...) e poter raccontare di noi a tante persone che apprezzano i Pionieri, cioè tutti coloro che per caso intraprendono un grande cambiamento di vita, proprio come è successo a me e al mitico ex clochard, meglio noto come l'Uomo delle forchette o I-Guana (ha più nomi lui ormai di un aristocratico britannico ....:-D).
L'intervista è stata molto importante per me perché è stata la prima volta che ho parlato in pubblico (meglio dire "in pubblico radiofonico") del romanzo. Spero di essere arrivata a tante persone che, oltre ad avere apprezzato la storia, magari abbiano effettivamente cominciato a comportarsi in modo diverso davanti a un "barbone" ubriaco per strada...

Questa è ovviamente una delle finalità principali del mio viaggio ... Vorrei che la gente smettesse di guardarli con disgusto, con compassione o con rabbia giudicandoli senza neppure conoscerli, ma provasse ad immedesimarsi, a lasciarsi andare veramente all'ascolto perché, spesso, ciò di cui hanno più bisogno è solo di essere presi in considerazione.

Prometto solennemente di scrivere post brevi, per non annoiarvi troppo e, proprio per questo, adesso chiudo. Ritorno sicuramente domani sera per raccontarvi altre due belle occasioni di condivisione che mi sono arrivate in questo mese di gennaio ormai è agli sgoccioli.

A domani! E grazie per aver letto questo mio post. Se poi continuate a tornare e a leggere i prossimi a venire, vi ringrazierò ancora di più :-D

Eletta (&, come sempre, l'Uomo delle forchette!)




lunedì 14 novembre 2016

La Coperta di I-Guana, alias l'Uomo delle forchette

Rieccomi dopo tanto, ma tanto tempo, a scrivere sul mio blog.
Non carico molti post ma questo non vuol dire che abbia smesso di dedicarmi alla mia grande passione, la maglia creativa.

Molti di voi sanno già della mia strana, ma grandissima, amicizia con I-Guana, alias l'Uomo delle forchette (https://www.facebook.com/I-Guana-451723995007856/).

Da quando lo conosco, la mia vita si è riempita di forchette e cucchiai così in agosto, ho cominciato a pensare al suo regalo di compleanno (che cade in autunno). Come sempre, volevo preparargli qualcosa fatto da me ma non mi andava di fare un altro golf, gliene ho già regalati tre.
Pensa che ti ripensa, ho deciso di unire l'utile al dilettevole, e ho messo insieme due eventi: il primo era Manifest, un evento comasco a cui partecipiamo ai primi di settembre, il secondo, appunto, il suo compleanno.
Per Manifest, dovevo preparare l'allestimento del nostro stand così ho pensato di fare a maglia dei moduli che rappresentassero forchette e cucchiai. Fatti due calcoli, ho valutato che me ne servissero una quarantina e ho cominciato a produrre questi moduli di colore rosso e grigio. Ho passato le vacanze d'agosto a sferruzzare posate su posate, un pò ovunque, a casa, al mare, sugli scogli, sotto al Rogolone (http://www.geniodonna.eu/lago-di-como-rogolone-un-abbraccio-lungo-trecento-anni/), in treno, in macchina, ogni occasione era buona per farne uno.

Si fa la maglia anche davanti al Rogolone

I moduli cominciano ad aumentare... 

Tanti moduli cominciano a riempire la mia casa.

Il mio mondo, ormai ...

Ci ho decisamente preso gusto!

Forchette e cucchiai ...

A Manifest, lo stand era molto bello decorato con i moduli di lana e il nostro abbigliamento un po' originale ....
Cosa non si fa per l'Uomo delle forchette?!...
Finito l'evento, cosa avrei fatto con i quaranta moduli di forchette e cucchiai? Ed ecco l'idea: farne ancora 32 ed assemblarli tutti in una coperta da regalargli per il suo compleanno.
Ed eccolo, l'Uomo delle forchette, felice ed entusiasta della sua nuova, personalissima, coperta!

L'Uomo delle forchette e la sua nuova coperta

sabato 13 febbraio 2016

THE MOSAIC SWEATER!

The Mosaic Sweater!

One and a half years ago, I was idly looking through Facebook posts, and suddenly, on my wall, there was a pic of a very peculiar man ….  

An Italian website magazine had published an article about him, entitled “The Mosaic Man: the man that covered the New York’s pole lights with mosaics” and was telling the story of this homeless man that, since the Eighties, has been decorating an area of his city with mosaics using discarded pieces of tile and glass.

Such a person couldn’t but catch my attention: I’m very attracted by urban creativity that I express through yarn bombing, when people colour one particular area of a place using handmade knitted or crocheted artifacts. At the beginning, this activity had a provocative meaning, as people wanted to highlight a degraded area and catch the attention of the public opinion.

Yarn bombing soon sprung up everywhere in the States and North Europe. Then colonized throughout the rest of the world. Nowadays these events are organized on large scale, not just as objections, but also as a way for aggregating people. The XX century knitting is no longer  representative of the “granny with a cat sitting on a sofa” but of women and men of any age using this traditional craft as free art expression.

In Italy, the first yarn bombing was done on 2012 in L’Aquila, in order to highlight the absence of the post-earthquake reconstruction, that the Italian government claimed to have done. 
I participated in this event and it was so emotional for me that I decided to organize some in my area (Lake Como).  
So I started: in 2012, I highlighted Brienno, a tiny little village on the lake, which was partly destroyed by a flood and never rebuilt. 

Then I involved a group of people in collaborating on a big green cover full of wool flowers to give to a special Como lady, Nonna Pupa, for her 90th birthday. Thirty years ago she, alone, had cleaned an unauthorized rubbish dump in Cernobbio (Como) transforming it into a fantastic garden, full of biodiversity, that she made free for everybody (Giardino della Valle). 

In 2015, together with the Municipality of Cernobbio (Como,) I set up the Tablecloth of beauty that was then used during the literary cocktails organized for some cultural events such as Parolario 2015,  Meeting the Odyssey and Miniartextil 2015: invito a tavola

Last but not least, always on 2015, together with my newborn non-profit association Bottega Volante, I took the so-called “Bio Orto”, a bike completely recovered with 3D wool fruits and vegetables in a famous Como fair, called l’Isola che c’è

But let’s go back to that morning when I saw the pictures of the NYC homeless man on Facebook, I instantly decided that I should thank him in some way for his urban art. An odd idea as we consider the physical distance between Italy and New York, but I couldn’t not do it! I asked a NY friend of mine to look around and track him down, after a while she got an e-mail address and, few months later, the Mosaic Man personally replied.

So my idea was to make a far away urban knitting, entirely dedicated to this outside the box artist. As he was Mosaic Man, what better yarn bombing could I do, than creating a Mosaic Sweater for him?

The sponsor that normally gives me wool for my urban knitting, Tropicallane in Rimini (Italy), soon accepted my idea, sending me lots of balls of orange, blue, violet, light blue, and beige wool. 

All the pieces ready to be put together.

An amazing flash of colors, all for Mosaic Man.

I recruited three friends of mine, that love knitting, (Silvana, Cesi and Cristina), each of us created about twenty pieces, knitting or crocheting, playing with these colors. Then, we gathered to choose the pieces and put the sweater together, front, back and the two sleeves. 


Silvana is knitting the front of the sweater!

I'm working on the back!

Cesi & Cristina are assembling the sleeves. 

While the work was proceeding, I became aware of the difficultly in making mosaics … but as it was taking shape, the sweater was becoming fantastic!


The back is ready!

The front too!!

Still need to work on the sleeves. 




In the meantime, Jim Power (the real name of Mosaic Man) was enthusiastic about getting our gift, even if he hadn’t really understood how a wool mosaic could be.

In all honesty, I didn’t have just one gift for him … For several years, I’ve been volunteering in a soup chicken in Como where, and a couple of years ago, I met a man who, after losing his job, devoted himself to alcohol and was living like a tramp. He told me once, that he used to be a smith, so one day I gave him a fork and asked if he could transform it into a necklace. His skill was amazing, and since that day he’s been creating wonderful fork and spoon jewellery. When I told him about my odd idea to carry the Mosaic Sweater to that particular homeless artist in NYC, he immediately decided to create something for him too: a J necklace, coming from a fork, for Jim Power.  In that moment, I completed the first goal of my urban knitting: I had succeeded in connecting the Italian Fork Man with the NYC Mosaic Man!

The J necklace, made by Fork Man transforming a fork.

While we knitters were knitting our colorful wool pieces, I also had to organize my trip. I decided that such a journey shouldn't take me into the NYC hotels, I therefore contacted SERVAS, an international association of travelers, where people can host others and/or can be hosted in their homes. I wrote to some NYC hosts and three ladies wanted to help me in my challenge. On February the 2nd I flew with the Mosaic Sweater and the J necklace in my baggage.

I spent eight fantastic days in New York City and I accomplished my “task”. 

I’ve been accommodated in three different areas of NYC, Greenwich Village, Upper Town Manhattan and Central Park, at three very interesting ladies’ places: one was a niece of Peggy Guggenheim and, in the past, had translated some novels by famous Italian writers of the last century. Another one, a real globe-trotter and fantastic host, shared her strong dedication for charity work with me. Last but not least, an Venezuelan ex minister during Carlos Andrés Pérez government, who is now in asylum in the States after the arrival of Chavez and Maduro that, unfortunately, devastated her country.

But, above all, I met Jim and spent two amazing days with him and his mosaics!


One of Jim Power's mosaics, on the Broadway
After many years living outdoors, he had a governmental apartment in a huge building on the East Village where he lives with his beautiful and beloved 14 y.o. dog, Jessie Jane. A small place, that is also his studio: pieces of glass, tiles, tools, glue, some of his works, pictures and books about him are everywhere in that apartment.
The beautiful and sweetie Jessie Jane and her plush toys!

He told me how and why he's spent the last thirty years dedicating his life adorning the East Village: he wants to keep alive that community, fighting against the destruction organized by the more extreme building businesses. 

He explained to me all the tricks of his trade, how he chooses the small pieces and the best tools to use and the powerful glue he invented (a glue that let his mosaics stay in their place, even after thirty icy NY winters …).

Mosaic Man showing me how to make his mosaics
While I was walking from West to East Manhattan, from Greenwich to the East Village, to meet him the first time, my mind was full of doubts: would he accept such an original and colorful sweater? Would he eventually wear it? Would it fit or be too big? It’s not easy to knit a sweater without knowing the right size … but when I saw his eyes wide open, full of joy, in front of the Mosaic Sweater, I had no doubt: he loved my gift! Same thing for the J necklace. “I saw many fork jewellery so far” he told me after wearing both the sweater and the necklace and hearing Fork Man’s story “but they were never done as perfectly as this one! You can tell that Fork Man is a real artist!”

We went together to the East Village looking for his mosaics, so I could admire them in person. It’s been really touching seeing how all the people of that area know and thank him for his work. And being personally proud, as we received so many compliments for our Mosaic Sweater and my journey to New York, that I did exclusively to get in touch with him.


A detail of one of his mosaics. 

The Lucky Luciano Mosaic. This gangster lived  nearby this light pole.
One of his cool mosaics.
A detail of one of his mosaics. 


THANKS, Mosaic Man! Thanks to you I could venture in such an unique and unforgettable journey experience! I had definitive proof that when you do something for the others, it's far more "rewarding", than if you were to something for yourself!

Jim taking me throught the East Village to look at his mosaics while wearing his new Mosaic Sweater.
Don’t stop, Jim, keep on spreading your art and beauty in this gray, impersonal and selfish world. And keep on inspiring persons like me who, drawn by an uncommon strength, came overseas to meet you!
Jim and me, together!

venerdì 25 settembre 2015

Il BIO OrtO

Vi presento il mio nuovo urban knitting, dal nome  "Il bio OrtO".

Dovendo esporre alla fiera Isola che c'è di Villa Guardia (Co) lo scorso fine settimana, e dividendo lo stand con un'associazione di amanti della bicicletta (Como a ruota libera), ho pensato di ricoprire una vecchia bici abbandonata e di trasformarla in un piccolo orto di frutta e verdura.
D'altronde questo è l'anno di Expo 2015 e del cibo, e l'Isola che c'è è un grande mercato del bio.
E' stato un lavoro molto divertente che ho condiviso con due amiche speciali, Cesi e Silvana.
Ora sono pronta per altri urban knitting!

Come sempre, GRAZIE infinite allo sponsor, Tropicallane!


Un'amica, fotografa statunitense, era ospite a casa da me durante la preparazione dell'urban knitting e mi ha proposto di fare una foto molto particolare. Grazie Linda R.

Eccomi, sotto forma di ombra, insieme alla mia amata bicicletta!



L'urBIKE knitting, allestita insieme a tanti simpatici e strani pupazzi fatti da Francesca Miscioscia, una mia compagna di associazione.